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Un luogo meraviglioso e strano allo stesso tempo

Aggiornamento: 9 nov 2022

Titolo Originale: A Place Both Wonderful and Strange


Attualmente i clinici si trovano nella stessa situazione dei loro pazienti. Sono in lotta con sfide molto simili a causa della pandemia e molti interventi non sono effettuabili per via del distanziamento sociale. I pazienti si sentono isolati e privi di supporto e, mentre i social media offrono un po' di tregua, amici e familiari potrebbero non essere in grado di fornire sostegno a causa delle difficoltà che essi stessi si trovano ad affrontare.

Anche se quanto segue potrà apparire un po' insensato dalla prospettiva clinica, la risposta non arriva dall'esterno, ma dall'interno: la televisione, una volta considerata la rovina della socialità, si sta ora tramutando in parte di una potenziale soluzione. Finché i pazienti hanno la televisione, l'accesso a internet, i videogiochi, i fumetti o i libri, si trovano a pochi passi da un legame potenzialmente significativo. Le relazioni parasociali sono le relazioni a senso unico che le persone hanno con gli oggetti del loro affetto: possono essere personaggi pubblici reali oppure personaggi di fantasia. Noi preferiamo chiamare questi rapporti "attaccamenti fandom" (dalla parola inglese "fan"): questo perché i fans sperimentano i benefici dell'attaccamento grazie alle loro celebrità oppure ai loro eroi preferiti. Questi rapporti possono essere incredibilmente curativi. Inoltre, offrono l'ulteriore vantaggio del gioco, che costituisce uno sbocco per l'immaginazione.

Sono pochi gli elementi positivi della pandemia, ma uno di questi è la de-stigmatizzazione degli attaccamenti "fandom". Nella nostra cultura questi attaccamenti vengono spesso considerati infantili (nel migliore dei casi) o patologici (nel peggiore). Tuttavia, durante questo periodo di isolamento, le opinioni consuete sulla scarsa importanza degli attaccamenti "fandom" semplicemente non reggono. Dove altro si potrebbe andare? Chi altro si potrebbe vedere? La pandemia ha dato alla gente la possibilità di entrare in questa dimensione.

Ma non basta semplicemente consigliare a un paziente di andare a guardare la televisione. La consapevolezza dell' "attaccamento fandom" può costituire una novità, con conseguente bisogno di supporto psicoterapeutico per interagire correttamente con essa. In primo luogo, i terapisti potrebbe voler chiedere ai pazienti se ci sono personaggi di fantasia o personaggi pubblici (non di fantasia) a cui si sentono legati. Dovrebbero poi prepararsi ad un'ampia gamma di risposte possibili. Al di là delle creature mortali, dei supereroi e delle figure sovrannaturali, l'attaccamento potrebbe riguardare anche artisti del "make-up" di YouTube, Streamer di Twitch, star dei reality, attori e personaggi di fantasia di qualsiasi media.

Una volta che il paziente ha identificato un attaccamento "fandom", si presente un'opportunità per l'uso di abilità terapeutiche diverse. Il clinico ha la possibilità di interessarsi alle ragioni dell'attaccamento, proprio come accade con qualsiasi altra relazione. Cosa attira il paziente verso quella persona o verso quel personaggio? Qual è la sensazione che prova quando sono "insieme"? Come può questa persona (o personaggio) supportarlo durante questo periodo? Come sempre, il clinico ascolta senza assegnare alcun giudizio a ciò che il paziente rivela. Quest'ultimo condivide infatti un rapporto importante, oltre che una fonte di significato. A seconda delle risposte a queste domande, si può iniziare a realizzare un programma terapeutico.

Esploriamo ora il caso di Audrey (il nome e altri dettagli sono stati cambiati). Audrey si è presentata in terapia sei mesi fa a causa di una profonda ansia. Stava facendo ottimi progressi nel ridurla, interagendo con gli amici e frequentando regolarmente lezioni di yoga. Purtroppo, a causa della pandemia, ha dovuto smettere di lavorare e le sue lezioni di yoga non si sono più svolte. Di conseguenza, si è ritrovata a vivere insieme ad alcuni compagni di stanza; questi ultimi le hanno causato un'angoscia inizialmente lieve ma che, col passare del tempo, si è fatta più intensa, proprio per via del fatto che Audrey sentiva di non potersi allontanare da loro a causa della pandemia. Ma, quando è rimasta nella sua stanza per allontanarsi da loro, si è sentita in trappola.

Dopo qualche indagine, io (Justine) ho scoperto che Audrey provava una forma di attaccamento verso la serie televisiva "Twin Peaks", e in particolare verso un personaggio: l'agente Dale Cooper. Audrey ha trovato il personaggio di "Coop" rassicurante e pieno di saggezza, specialmente grazie alla frase "Ogni giorno, una volta al giorno, concediti un regalo. Non pianificarlo. Non aspettatelo. Lascia che accada". Mi sono ritrovata a domandarmi ad alta voce se Audrey potesse concedersi il tempo con Coop lontano dai suoi coinquilini. Audrey ne è parsa subito felice, e ha risposto che le sarebbe piaciuto passare del tempo con lui, e che forse avrebbe potuto anche gustarsi il piatto preferito di Coop (caffè e torta di ciliegie) mentre lo guardava. Ho risposto affermativamente a questa sua idea, e ho detto che avremmo controllato il suo "appuntamento" con Coop alla prossima seduta.

Il distanziamento sociale e la quarantena che ne deriva ci mettono tutti a dura prova, in molti modi. Come terapisti, se riusciamo a pensare al di là delle nostre possibilità e a diventare creativi con i nostri pazienti, possiamo aiutarli a usare il potere del gioco e degli attaccamenti "fandom" per favorire la resilienza e superare la tempesta. Ci sono così tante incognite in questo periodo, ma, riprendendo l'esempio di Dale Cooper, quello che possiamo offrire ai nostri pazienti si riassume in questa citazione: "Non ho idea di dove tutto questo ci porterà, ma ho la netta sensazione che sarà un luogo meraviglioso e strano allo stesso tempo".


Copyright Psychotherapy.net LLC 2022, translated and reprinted with permission.

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