Terapia familiare e yoga: un legame?

Titolo originale: Family Therapy and Yoga: A Connection?
Terapia familiare e yoga: un’associazione interessante. Entrambe le attività mirano ad una riunificazione, oppure una connessione - con se stessi, con gli altri o con il mondo.
Avendo lavorato per oltre 30 anni come terapeuta familiare nelle scuole pubbliche, con migliaia di famiglie e studenti su una miriade di argomenti, promuovo la positività come mezzo per raggiungere la salute mentale. Molte famiglie si rivolgono a me per le difficoltà presenti e/o passate dei loro figli a stare in classe, anche se so che di solito hanno difficoltà anche a casa. Molti dei genitori sembrano non capire il fatto che il loro bambino sia un membro della famiglia, così come un membro della comunità scolastica. La loro opinione è spesso che "questo è un problema scolastico", e sono ignari della connessione tra il comportamento del bambino a scuola e a casa. Non vedono la connessione, ed ecco di nuovo questa parola insidiosa! Connessione. La sfida è aiutare queste famiglie, e in particolare i genitori, a spostare la loro percezione in modo che possano stabilire una connessione.
In modo analogo, le persone partecipano spesso alle mie lezioni di yoga per ottenere più flessibilità fisica, mentale e, a volte, spirituale. Oppure possono venire per sperimentare un senso di connessione con qualcosa di più grande di loro, sia all'interno che all'esterno dello spazio dello yoga. Proprio come nel contesto della terapia familiare, molti dei miei partecipanti al corso di yoga non comprendono che ciò che fanno durante la lezione, per così dire, è direttamente connesso a ciò che fanno al di fuori. E, proprio come faccio con i miei pazienti nella consulenza scolastica, cerco di guidarli a concentrarsi in maniera totale e positiva sul loro benessere.
Sia in terapia che nello yoga le persone cercano un passaggio, un cambiamento e una connessione positiva con qualcosa o qualcuno. O forse, è semplicemente il terapeuta o lo yogi con cui vogliono entrare in contatto. Forse è il coniuge, oppure il figlio. Il filo conduttore è che tutti sono alla ricerca attiva di una salute mentale, fisica e/o spirituale.
In genere, non posso scegliere chi entra nel percorso di terapia o di yoga, e raramente ne conosco l'impatto, l'influenza o il risultato. So solo che mi fido del processo, il che è facile da fare quando tutto va bene. Ma lo faccio anche nei momenti difficili, ovvero quando c'è da svolgere il lavoro vero e proprio. Il processo di costruzione di connessioni con sé stessi, con gli altri o con il mondo, è proprio questo: un processo. Un passo alla volta, un intervento alla volta, un respiro alla volta.
Ricordo di aver lavorato con una sedicenne estremamente arrabbiata, resistente ai cambiamenti, alla connessione ed alla terapia. Era cresciuta in povertà, era stata testimone di violenze domestiche e viveva con la nonna. Le sue reazioni ai conflitti tra pari erano rapide e impulsive e, come aveva sperimentato nella sua famiglia d'origine, urlava e picchiava, senza porsi domande. Mentre io cercavo di costruire un rapporto con la sua intelligenza e il suo desiderio di diplomarsi, lei si presentava raramente nel mio studio, a meno che non fosse in crisi. Uno di quei giorni, mentre aspettavo di iniziare la mia lezione di yoga, arrivò da me in lacrime a causa della crisi familiare di un'amica, proprio come quelle che aveva vissuto lei in precedenza. Particolarmente sensibile in quel momento, accettò di unirsi alla mia lezione di yoga, dove l’accompagnai attraverso alcuni esercizi di consapevolezza, respirazione e movimento attraverso una meditazione guidata. Se n'è andata felice e connessa. Chi sapeva quanto sarebbe durata? Tuttavia, quando ho visitato la sua classe più avanti in quello stesso semestre, si è alzata volontariamente e ha ricordato quel momento ad alta voce, spiegando con orgoglio l'impatto positivo di quell'esperienza ai suoi compagni di classe. Si era creato un legame.
Copyright Psychotherapy.net LLC 2022, translated and reprinted with permission.