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Terapia del gioco e pandemia: possiamo ancora divertirci!

Aggiornamento: 9 nov 2022


Titolo originale: Play Therapy and the Pandemic: “We Can Still Have Fun”

Gli eventi mondiali delle ultime settimane hanno colpito tutti, e una delle categorie più colpite è quella dei nostri figli. I giovani subiscono spesso l'effetto della paura a causa delle reazioni degli adulti che li circondano agli eventi nazionali e mondiali. La paura generata da questa crisi attuale è amplificata dal rapido cambiamento dovuto agli sconvolgimenti della vita quotidiana. La chiusura di scuole, chiese, sinagoghe e spazi di gioco, la cancellazione degli sport di squadra e delle riunioni organizzative colpiscono le persone, in particolare i bambini, a livello profondamente personale. Per i bambini che traggono le loro certezze dalle reazioni degli adulti che li circondano, vedere adulti arrabbiati e spaventati è a dir poco sconvolgente. Come terapeuta del gioco, vedo la necessità di giocare, ora più che mai, per aiutare i nostri giovani a sviluppare le loro capacità di adattamento e ad esprimere le loro paure.

"Possiamo ancora divertirci"

La settimana scorsa ho incontrato Steven, un bambino di 9 anni, che era molto preoccupato per tutto quello che stava succedendo. Sua madre aveva chiamato prima dell'appuntamento per assicurarsi che il nostro studio fosse ancora aperto, e ha espresso il suo sollievo. Quando è entrato nello studio ha esclamato: "Almeno qualcosa in questo mondo è normale! Possiamo ancora divertirci". Per i successivi 55 minuti, ha catturato rapinatori, protetto una città dalle "cose malvagie" e costruito torri "dove niente di male poteva raggiungere le persone all'interno". Per questa piccola persona, il gioco era un modo per mettere ordine nel caos e sentirsi al sicuro. Il suo modo per ripetere a se stesso: "Andrà tutto bene".

Giocare fuori dagli schemi

La tele-salute ha permesso di proseguire l'erogazione di servizi di psicoterapia durante questo periodo di quarantena e di chiusura degli uffici. Il gioco può essere utilizzato come strumento di tele-salute, anche se può sembrare un po' diverso. Poiché negli anni ho lavorato con molti bambini con malattie autoimmuni ed altre problematiche che li costringono a restare in casa, ho sempre utilizzato il gioco in tele-salute con alcune modifiche rispetto a quello svolto in studio. I pupazzi, gli animali di peluche o i personaggi del LEGO sono fantastici da usare per raccontare storie, e i materiali e i mezzi di costruzione come il Play-Doh e l'argilla funzionano bene. Mentre il bambino costruisce, il terapeuta riflette su contenuti e significati, mentre la tecnologia abbatte le barriere della distanza. Spesso, il solo sentire la voce familiare del terapeuta e vedere il nostro volto porta un senso di connessione e di conforto. Molte delle piattaforme di tele-salute permettono la condivisione dello schermo dove il bambino e il terapeuta possono condividere disegni e immagini, e alcune permettono anche di disegnare insieme su una lavagna virtuale.

Viaggio verso l'ignoto

Sebastian, 10 anni, si preoccupa dei virus da molto tempo. Nato con una malattia autoimmune, ha trascorso molto tempo negli ospedali e negli studi medici. Non è estraneo al fatto di essere costretto a casa, e durante una sessione online mi ha fatto notare che questa pandemia è molto simile a un "viaggio verso l'ignoto". Durante la nostra sessione di tele-salute, Sebastian ha costruito un'astronave con i LEGO e ha raccontato la storia di un gruppo di coraggiosi esploratori che devono lasciare il loro pianeta perché sta morendo. "Non sarà facile", osserva, facendo lo zoom dell'astronave davanti alla telecamera. "Stiamo viaggiando verso l'ignoto". Utilizzando le dinamiche del nostro gioco online, Sebastian ha suggerito che io svolga il ruolo di "Mission Command". "Tu sei bloccato di nuovo sul pianeta morente e io sarò i ragazzi sulla nave". Così abbiamo viaggiato, con me a commentare l'importanza della missione e del coraggio degli esploratori, mentre Sebastian recitava ripetute scene di pericolo e di superamento delle sfide.

Benvenuti nel mio mondo

Stephanie, 8 anni, ha una vasta collezione di animali di peluche. Durante una sessione di gioco di tele-salute, Stephanie mi ha presentato alcuni dei suoi peluche preferiti. Con il progredire della nostra sessione, ha creato un ospedale "per quelli che si sono ammalati". "Oh no, ci sono alcuni malati; meno male che c'è un posto per loro così staranno meglio", ho risposto. "Sì, spero davvero che alcuni di loro non... sai... si ammalino davvero", ha detto, facendo emettere un colpo di tosse ad un elefante arruffato. "Sei preoccupata per quelli che si ammalano davvero", ho riflettuto. Dopo un attimo, il suo viso si è illuminato. "Anche se loro, sai... muoiono, il dottore ha un modo per farli tornare in vita". Nonostante la distanza e la connessione attraverso il solo schermo, il gioco è stato comunque in grado di dare a Stephanie un modo per gestire i sentimenti inquietanti durante i momenti di stress.

Un aiuto per le famiglie

Il gioco è uno strumento potente in questo periodo in cui molte famiglie sono costrette a casa. I genitori possono usare il gioco per costruire legami più profondi con i loro figli e permettere loro di esprimere emozioni e lavorare sui conflitti interni. Il gioco può essere uno spazio di sicurezza, di legame e di comunicazione. Aiutare i genitori dei bambini con cui lavoriamo a vedere l'utilità del gioco può anche aiutare i genitori a sentirsi come se stessero aiutando i loro figli in questo periodo buio. Dico a molti genitori che una delle parti più importanti del gioco con i loro figli è semplicemente "creare spazio" per il gioco. Di solito i bambini partono da lì.

Anche se questo periodo di crisi ci sta certamente mettendo tutti in difficoltà, ricordiamoci dei nostri figli, e di come il gioco non smetterà mai di essere un ponte per affrontare meglio e dare un senso ad un mondo caotico.


Copyright Psychotherapy.net LLC 2022, translated and reprinted with permission.

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