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Quando il tuo paziente tronca il rapporto

Aggiornamento: 9 nov 2022


Titolo originale: When Your Therapy Client Ghosts You Definizione di "troncare un rapporto": terminare una relazione con una persona interrompendo improvvisamente ogni forma di comunicazione con essa. Quale sarebbe la vostra prima reazione ad un comportamento del genere? Giudichereste la persona come irrispettosa, incapace di affrontare e gestire direttamente i conflitti, o, per lo meno, maleducata e scortese? Questo giudizio potrebbe benissimo meritarselo. Ad esempio, negli incontri online o dopo un appuntamento di persona con qualcuno conosciuto online, una persona può scegliere di troncare la relazione piuttosto che affrontare il disagio di dover ammettere di non essere interessata a proseguire. La persona che subisce un simile comportamento viene lasciata senza nemmeno capire (almeno per un po') cosa sia effettivamente accaduto. Restano più domande che risposte, ed è difficile non prenderla sul personale. Questa nozione può essere applicata in terapia? Come terapeuti, dobbiamo tenere a mente e considerare tutte le possibili ragioni per cui un paziente sparisce senza più tornare. Anche se non è molto comune avere pazienti che si comportano in questo modo, ne ho avuti alcuni che mi hanno fatto sapere via e-mail che non intendevano proseguire la terapia - una maniera un po' più gentile, ma comunque una rottura repentina. Con mio grande dispiacere, a volte i pazienti hanno rifiutato la mia offerta di una seduta finale, anche se offerta gratuitamente. Come in tutte le rotture, la persona che è stata lasciata (in questo caso, io, il terapeuta) si ritrova a porsi la domanda: "La colpa è mia o sua?" Ho spesso pensato, a volte anche soffrendo, a quello che avrei potuto fare per evitare questa improvvisa rottura del rapporto terapeutico, che sembra non avere più alcuna possibilità di riparazione. I pazienti con storie di abusi e traumi ripongono un'enorme fiducia in noi quando si avventurano ad esplorare il loro passato doloroso in nostra presenza. Il denaro è un argomento spesso carico di emozioni e ricco di associazioni e significati diversi per ciascuno. Una paziente ha negoziato con me un compenso basso a causa dei suoi numerosi problemi medici e dei trattamenti in corso. Durante la terapia, ho saputo che questa paziente era una milionaria che aveva ereditato una grande quantità di ricchezza. Abbiamo analizzato le sue esperienze di privazione e di vergogna per essere cresciuta in povertà. Dopo molti mesi di terapia, ho sollevato la questione della sua parcella bassa e l'ho aumentata di 20 dollari. Chiaramente, non avevo elaborato adeguatamente il modo in cui lei aveva vissuto la cosa, dato che ha troncato con me dopo quella seduta e non è più tornata in terapia. Non ha nemmeno risposto alle mie telefonate o alle e-mail, in cui ho riconosciuto il mio errore e le ho chiesto di poter porre un rimedio al dolore che le avevo causato. Come terapeuta, mi assumo la piena responsabilità di ciò che è accaduto tra di noi, e spero che questa paziente sia in grado di elaborare le sue questioni economiche con qualcun altro che gestisca i suoi conflitti e le sue difficoltà con grande comprensione. Soltanto in un caso in cui il paziente ha troncato il rapporto terapeutico mi sono sentita veramente sfruttata. È stato quando un paziente relativamente nuovo ha interrotto improvvisamente la terapia subito dopo che ho provato ad addebitare la sua carta di credito per le quattro sedute di quel mese, e la carta di credito non era più valida. Ho imparato qualcosa da questo? Probabilmente no, dato che addebito ancora i costi ai pazienti solo alla fine di ogni mese. Ecco alcune cose che ho iniziato a fare per ridurre al minimo la possibilità che i pazienti non si facciano più sentire, o dovrei forse parlare di brusca interruzione terapeutica: Feedback di fine seduta: alla fine di ogni seduta, impiego qualche minuto per chiedere al paziente come è stata la seduta per loro, soprattutto se c'è stato qualcosa da me detto (o non detto) che ha bisogno di essere chiarito oppure che non gli è sembrato giusto. Questo dà loro l'opportunità di sollevare la questione, in modo che io possa affrontarla direttamente, piuttosto che sentirsi incompresi; peggio ancora, quando un trauma dello sviluppo emerge nel corso della seduta e il paziente percepisce in modo errato l'interazione. Nella maggior parte dei casi in cui un paziente decide di terminare bruscamente le sedute, di solito questo ha una relazione con un trauma nell'attaccamento che viene in qualche modo rievocato, dove il dolore è troppo grande per il paziente. Necessità di una chiusura: comunico al paziente durante la prima seduta, e spesso durante tutto il corso della terapia, l'importanza di una risoluzione pianificata, o almeno di una singola seduta finale dedicata. Dico anche che, nonostante possa sembrare più facile interrompere bruscamente un rapporto piuttosto che sollevare un problema difficile, un rapporto si rafforza se vi è una riparazione intenzionale da parte del terapeuta dopo una rottura terapeutica; io agisco in questo modo ogni volta che è possibile. Offro una seduta finale gratuita: quando un paziente mi fa sapere che non ha più intenzione di continuare la terapia, offro sempre una seduta finale gratuita. Anche se il paziente non accetta, questo gli trasmette comunque il mio interesse e la mia attenzione, e che sono aperta e disponibile ad assumermi la responsabilità di riparare un'eventuale rottura. Quando un paziente decide di terminare bruscamente e non vuole una seduta finale, gli faccio sapere che può sempre contattarmi in futuro se ha delle domande o se desidera venire per una nuova seduta. Fornisco anche referenze di altri terapeuti. In alcuni casi, semplicemente non è il momento giusto per il paziente; ho avuto pazienti che sono tornati in terapia, a volte anni dopo aver terminato bruscamente le sedute. Sto imparando ad accettare con folosofia le "rotture" da parte dei pazienti e a lasciarli andare; le cose vanno accettate per quello che sono.


Copyright Psychotherapy.net LLC 2022, translated and reprinted with permission.

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